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13 Settembre del 1962 IL MATTINO dell’Abruzzo

MOSTRA PERSONALE  DI  PITTURA

Successo di Baldacci al Salone della Stampa

“PESCARA. 12 settembre. Avviene di rado di trovarsi di fronte alla necessità dl manifestare un pieno consenso critico, quando sia un giovane pittore ad offrire il risultato di tutta una sua esperienza pittorica attraverso una mostra personale che di questa esperienza tenga a puntualizzare aspetti salienti e prospettive lusinghiere proiettate verso un avvenire di sicuro interesse. Questo è il caso specifico e preciso del giovane pittore pescarese Luigi Baldacci che in questi giorni si presenta al pubblico della nostra città  con una sintesi dl venti dipinti di una intima forza evocativa,  oltreché di una inconfondibile personalità. Dl questo pittore avevamo potuto cogliere impressioni ed avvisaglie di verace fiorire in più di una occasione. In cui egli presentava opere già suggestivamente intercalanti e che facevano indovinare quanto avrebbe saputo conseguire in breve volgere di tempo. Saremmo stati confermati anche prima di questa sua personale che dà una risposta esauriente ed esclude a priori qualsiasi riserva. Ci siamo interessati dl alcuni aspetti, per così dire speciali intorno alla figura dell’artista, ed abbiamo constatato l’esattezza dl un’altra nostra convinzione. Questo pittore, cosa estremamente importante, ha dato per la sua vocazione tutto il fuoco di un irresistibile entusiasmo, di continuo alimentato da una serena ma anche bruciante fede in se stesso. La sua lotta, appresa dalla scuola di una quotidiana sofferenza interiore, è tutta sostenuta da coraggio, da ferrea volontà, da precisi intendimenti perfettamente in armonia con i fini più nobili di chi coltiva e fa onore all’Arte con l’animo più onesto. Colpisce, di tutta la mostra, un carattere che è a base di ogni dipinto, e cioè una forza drammatica tenuta sul filo di un rigore lirico tagliente, incisivo, che scandisce tonalità a volte quasi ossessive. Il discorso corre sul binario di una logica o una coerenza equilibrata, senza sussulti, senza passaggi, quasi senza concedere respiro, anche se appare evidente, nell’artista l’intenzione di creare oasi, entro cui il cangiore della sua pittura, la violenza polemica del suo discorso, concedano un attimo di respiro. Sono questi i momenti in cui Baldacci perde la sua forza e scende nella gradazione d’interesse. Egli evidentemente è un pittore il cui destino è quello dl tenere desti, magari abbagliare, semmai stordire ma mai quello dl abbandonarsi in compiacimenti leziosi, anche dal punto di vista del contenuto oltre che della forma. Due mondi densi di umanità, si pongono uno di fronte all’altro, nella pittura di Baldacci, l’uno confortando e completando la dimensione e la ragion d’essere dell’altro: il mondo della figura e quello della natura. Una eguale intensità emotiva, elettrizzante, patetica, ma più veridicamente portata allo scavo di valori profondi, sono gli aspetti massimamente palesi. Oltre a questi, nel senso dl un significato che non varchi limiti di forma bensì analizzi più significativi e complessi aspetti dl contenuto, sono i dipinti numero 1. 4. 10. per la parte concernente la figura e i numeri 2. 14. 16. 17. per il paesaggio. Nelle opere citate, ogni possibilità attuale del pittore converge con singolare potenza e trasforma una dimensione già sostenuta in una misura ampia e maestosa. A questo punto, sentiamo dl dovere più esplicitamente manifestare al Baldacci tutto II nostro pieno consenso e l’augurio dl vederlo ancora tra noi, proprio per prendere vista del suo ulteriore, deciso e prepotente progresso. N. S.”

 

6 Settembre 1963 –  Il MESSAGGERO di Pescara

Singolare asta a favore dei terremotati

“Il giovane pittore pescarese  Luigi  Baldacci, che io questi giorni espone i suoi lavori in una «personale» allestita nel Salone dell’Associazione della Stampa, si è reso promotore di una lodevole iniziativa a favore dei terremotati del meridione.  Egli ha messo in vendita un quadro della sua ultima produzione esposto alla «personale» che chiuderà i battenti 10 settembre prossimo. Il prezzo base del quadro offerto è cinquantamila lire e non è escluso che la singola asta raggiunga un prezzo molto elevato data la bontà e la nobiltà della sua iniziativa.”

1962 – “I VItelloni” – bozzetto dell’opera realizzata ad olio su tela – cm 70×60