“La bella Pescara”

L’Artista Luigi Baldacci menzionato nell’autorevole guida agli itinerari di Pescara.

"la-bella-pescara"

Luigi Baldacci trova un posto di rilievo nella prestigiosa opera “La bella Pescara”, scritta da Chiarieri Camillo e Di Simone Pierpaolo. Nell’opera vengono descritti luighi, itinerari e personaggi che fanno di Pescara una “bella” città, e Luigi Baldacci vine inserito soprattutto in relazione alle Opere sulla storia di Pescara da lui stesso dipinte. Di seguito quanto scritto a tale proposito.

La Storia di Pescara di Luigi Baldacci

[La bella Pescara – Pg. 88]

La Sala del Consiglio Comunale di Pescara ospita una delle opere figurative più colossali, complesse e “misteriose” della città: si tratta del ciclo di pitture dedicato alla “Storia di Pescara” dipinto tra il ’68 e il ’71, opera di Luigi Baldacci.
In 8 pannelli, alti 2 metri e lunghi tra i 4 e i 12 metri circa (per una superficie totale dipinta di 134 metri quadrati) e posizionati nella parte più alta della Sala appena sotto il soffitto, Baldacci racconta Pescara partendo, dalla Italica Aternum del primo pannello, fino a immaginarne il futuro con l’ultima pittura. I dipinti hanno uno stile molto particolare, che potremmo definire metafisico e simbolista: un modo di dipingere certamente dovuto anche al fatto che l’autore si è sempre occupato di esoterismo e paranormale, tanto da aver raggiunto in questi campi una notorietà anche nazionale negli anni ’70 e ’80. Quindi, un po’ per la loro apparente complessa decifrazione, un po’ per questi interessi dell’autore, le grandi tele sono circondate da un alone di mistero e c’è chi le vuole realizzate e “abitate” da entità paranormali.
La serie di rappresentazioni comincia dall’epoca romana, quando la città si chiamava Aternum, e prosegue con il martirio di San Cetteo, Muzio Attendolo Sforza annegato nel Pescara, il sacrificio di Ettore Carafa e Gabriele Manthoné, la riunione di Pescara con Castellamare. La sesta pittura intreccia eventi della vita personale di D’Annunzio con le sue opere letterarie, la settima ricorda la nascita di una città più grande e moderna dalle macerie della guerra, l’ultima immagina il futuro, un nuovo assetto urbanistico, sociale ed economico della città che si appresta a diventare europea.

 

La Fortezza

[La bella Pescara – Pg. 25]

Il ponte di ferro, su questo lato del fiume, è ancora oggi solidamente poggiato sulle poderose mura del lato ovest della fortezza (così come il primo ponte carrozzabile – che sorgeva dove oggi c’è Ponte Risorgimento – sfruttava come appoggio il Bastione Bandiera e le mura del lato est). Qui infatti ne sono visibili gli ultimi lembi: per trovarli bisogna andare quasi sotto il ponte su cui passava il vecchio tracciato ferroviario.
Sappiamo che alcuni ambienti della fortezza cinquecentesca sono ancora integri: vi si accede da un passaggio murato, che ancora si intravede, e sono conservati sotto il livello stradale. Negli anni sessanta alcuni operai si imbatterono per caso in quelle enormi stanze che furono fotografate dall’artista Luigi Baldacci, ma nessuno si preoccupò di esplorarle meglio e di studiarle. Attualmente la loro esistenza è stata quasi dimenticata.