Opera 1
“RITO AD ATERNUM”
LE CREDENZE | L’AGRICOLTURA | IL RITO | IL POTERE | LA PESCA | LA CACCIA
Le origini di Pescara si fanno risalire alla gente pelasgica, cioè a quei popoli d’Oriente immigrati in Italia nel 1600 a.C..
Queste origini sono sconosciute e perciò Aterno è da annoverarsi tra le più antiche città della penisola.
Ebbe dai romani il nome di OSTIA ATERNI. Nel 568 Atemo divenne “Piscaria” e poi Pescara. Fu grande emporio dei Vestini, Frentani, Marrucini.
Opera 2
“SAN CETTEO”
L’ODIO | L’UCCISIONE | L’AMORE
All’epoca dell’invasione longobarda, Umbolo si impadronisce della parte occidentale della città. Un certo Alai, allora duca di Pescara per mandato dell’Esarca Ravennate, e un certo Varielano, conte di Ortona per volere dell’Impero Greco, si accordarono per cacciare il barbaro, ma la conngiura fallì. Il Vescovo CETTEO, creduto complice di questa congiura, fu legato in un sacco e annegato nel fiume dall’invasore.
L’eterno dualismo del bene e del male sfuma in una scenografia prospettica surreale dove l’evento diventa simbolo religioso della storia sociale della nostra città.
Opera 3
“MUZIO ATTENDOLO SFORZA”
LA MORTE | BRACCIO DA MONTONE | MUZIO ATTENDOLO SFORZA | LA VITA
Muzio Attendolo Sforza, mentre marciava alla volta dell’Aquila in nome della Regina Giovanna contro Braccio da Montone che aveva assediato la città in nome del Re Alfonso D’Aragona, giunto sulle sponde del Pescara il 4 gennaio 1423, mentre lo attraversava fu travolto dalla corrente e trascinato col suo cavallo negli abissi del mare.
Tutti vengono coinvolti nel tragico destino di Muzio anche se si sentono protetti dalla gigantesca mano di Dio. In questo pannello è presente la forza surreale e la pittura acquista una dimensione mitica anche quando è riferita a fatti realmente accaduti.
Opera 4
“I MARTIRI DELL’INDIPENDENZA”
ETTORE CARAFA | GABRIELE MANTHONE’
Dal 1799 al 1860 Pescara fu centro propulsore dei moti abruzzesi: della Carboneria (1814 – 1820), della Giovane Italia (1837). dei sostenitori del Mazzini (1848).
Ettore Carata D’Andria, conte di Ruvo, doppiamente tradito dal nemico e dagli amici, incatenato, fu condotto a Napoli, dove, condannato alla decapitazione, si pose supino sul ceppo col viso rivolto all’insù (1799).
Ugual sorte toccava nel dicembre dello stesso anno a Gabriele Manthonè, Ministro della Guerra nella repubblica partenopea, degli Esteri e capo dell’esercito repubblicano. La luce, il colore, lo spazio ci portano verso la comprensione dell’eroismo e del sacrificio.
Opera 5
“STEMMA DI PESCARA”
CASTELLAMMARE ADRIATICA | PESCARA
Pescara e Castellammare Adriatica.
Ora il fiume non divide più i due territori. Le due città riunite dal 1927 in un solo Comune diedero origine all’attuale capoluogo di Provincia che nel 1949 fu elevato a sede Vescovile.
Il Comune di Pescara, adottando il nuovo stemma, diede finalmente alla città immagine e unità e alla sua stirpe la consapevolezza di appartenere alla storia.
Opera 6
“D’ANNUNZIO”
CENACOLO MICHETTIANO | LA BEFFA DI BUCCARI | LA FIACCOLA SOTTO IL MOGGIO | LA MAIELLA ED IL GRAN SASSO | IL TRIONFO DELLA MORTE | BRIGANTI D’BRUZZO | ARCHACON
Il sesto pannello è interamente dedicato a G. D’Annunzio che nasce a Pescara il 12 marzo 1863 da Francesco Paolo e Luisa De Benedictis. A 16 anni, nel 1879 stampa a Chieti il suo primo volumetto di versi “Primo Vere”. Il 23 luglio 1883 sposa la Duchessa Maria Hardoin di Gallese dalla quale ebbe tre figli. Fa parte del cenacolo di Francavilla con Michetti, Barbella ed altri. Scrive, nell’ex convento francescano, alcune delle sue opere più belle:
“Il Piacere” (1889), il “Trionfo della morte” (1894) iniziato nel 1889 con il titolo “L’Invincibile”. Nel 1903 scrive “La fiaccola sotto il moggio”; nel 1911 si reca in Francia dove si stabilisce prima a Parigi, poi ad Arcachon: nel 1915 torna in Italia.
Idea e partecipa alla Beffa di Buccari e al volo su Vienna. Nel 1921 si ritira nella villa Cargnacco a Gardone Riviera, che egli chiamò “Vittoriale degli Italiani” dove morì e fu sepolto il 10 marzo 1938.
Opera 7
“1948”
I MILITARI | LA CITTA’ | I CIVILI
La seconda guerra mondiale è una vera distruzione per la città di Pescara. Bombardamenti, cannoni, saccheggi fanno della città un cumulo di macerie. Ma la città distrutta risorge in un nuovo splendore, più grande e moderna, più forte ed altera.
In ogni teschio c’è una madre, una sposa, una fidanzata che aspettano il ritorno dei propri cari.
Opera 8
“PESCARA DOMANI”
I SENZA VOLTO | LE STRUTTURE | FUTURO | UOMINI E FORME | I SENZA NOME
Dalla meditazione sull’umana sofferenza, alla speranza, alla volontà di progresso e di costruzione, si arriva all’ultimo pannello “Pescara domani”.
In una composizione architettonicamente calibrata e ritmata da un cromatismo di straordinaria efficacia, viene rappresentata l’operosità del Palazzo Municipale dove le sorti di Pescara si definiscono intorno al tavolo del Consiglio Comunale.
Le masse anonime che si allontanano lasciano il posto alla speranza di un nuovo assetto urbanistico, sociale ed economico della città che, sottomessa ad un supremo ordine, si appresta ad assumere una nuova identificazione tale da diventare città d’Europa.