In ricordo delle passioni artistiche di Luigi Baldacci.
La scuola Professionale Marittima dl Pescara che frequentavo si trovava al terzo piano di una palazzina che a quel tempo era ancora bucherellata dai proiettili dell’ultima guerra. Tutt’intorno c’erano mucchi di macerie dove si vedevano bombe ancora inesplose. Dalle finestre vedevamo ergersi, giorno dopo giorno, le mura di cemento armato dell’attuale Banca Nazionale del lavoro di Corso V. Emanuele di Pescara.
Da Colli Innamorati preferivo percorrere a piedi i dieci chilometri di strada per andare a scuola pur di risparmiare le cento lire che mamma Mariannina mi dava giornalmente per pagare il biglietto dell’autobus. Autobus della Ditta Fortini che ricordo “tutto sgangherato”, come dicevamo noi ragazzi, e di colore blu. Decisi di frequentare quella scuola per dovere di obbedienza nei confronti di mio padre Alberto, perché un suo amico maestro elementare, certo Sig. Di lodo, gli aveva detto: «Iscrivilo alla Scuola marittima, perché nel mare c’è l’avvenire!»
La mia aspirazione era ben diversa, amavo molto fare li “mammuccitti di creta”. Infatti, realizzavo piccole sculture con la creta che andavo a prendere nella cava della fornace di Cetrullo di Colle Madonna. Di quella produzione, purtroppo, conservo molto gelosamente solo li mio ritratto. (vedi foto)
1951 – Autoritratto in argilla cruda – h cm 24
Mariannina e Alberto – mamma e papà di Luigi baldacci
La cava della fornace di Cetrullo – via Di Sotto Pescara