Luigi Baldacci ricorda sua nonna Almerinda Roio.
Nel 1945 avevo otto anni. Mia nonna Almerinda Roio, originaria di Colle Marino di Pescara, molto spesso mi portava con se nella sua casa di origine, posta alle pendici del Colle dove viveva suo fratello ferroviere. Sulla sommità c’era la campagna di sua proprietà dove, spesso, mi recavo incuriosito da una grotta scavata nell’arenaria piena di ghiaia e ricca di conchiglie di mare.
Tutti dicevano che all’interno delle grotta c’era la gallina d’oro custodita da un drago terribile. Il racconto spaventava tutti noi ragazzi che per la paura evitavamo di entrarci. Amavamo rimanercene seduti sui tre grandi massi allineati sul pianoro, al di sopra della stessa grotta, e ci piaceva ammirare le bellezze del paesaggio molto vasto che abbracciava il Monte Conero, il mare, Ortona, la Maiella e il Gran Sasso. I grandi massi, in seguito attentamente studiati, si sono rivelati la base di un antico tempio.
Mi divertivo a raccogliere cocci di vasi e a scagliarli verso il mare lontano, ma già allora percepivo un senso di mistero e nel raccogliere quei cocci mi sentivo trasportato nel passato. Molto più tardi ho capito che i cocci erano veri e propri reperti antichi.
Panorama Colle del Telegrafo – Pescara
1959 Colle del Telegrafo
Olio su tela – cm 60×50 (Proprietà Roberto Gloria)
Cocci di vasi – 1000 a. C.
Ritrovati da Luigi Baldacci negli anni giovanili sulla sommità di Colle Marino.
1962 “Nonna Almerinda”
Olio su tela – cm 501×60