Un quadro di Luigi Baldacci come tutti gli altri che esprimono la sua arte. Colorato, enigmatico, illusorio. Un quadro che guardi e dentro ci vedi tutto e il contrario di tutto, che staresti ore ad osservare per cercare quel piccolo dettaglio che ti permetta di dargli il senso che vorresti. Fino ad accorgerti che il bello sta proprio lì, che quello che ti piace è proprio quel percorso interiore che le forme colorate che stai osservando ti spingono a fare.
Un quadro come tutti gli altri di Luigi Baldacci, dunque. Bello, ma enigmatico. Astratto, ma concreto. Reale, ma da interpretare. Che racchiude in un contesto di colori acrilici incorniciati e racchiusi in un confine finito quella che è sempre stata la vera natura infinita dell’Artista: la parapsicologia.
Una messaggio nascosto tra le tinte? Una premonizione, l’ennesima, tra le sue tele? Qualcuno potrebbe rispondere di si. Perché quella forma indefinita, morbida, sospesa nell’azzurro congelato del cielo sembrerebbe ricordare quella forma, ahimè oggi così troppo familiare, il cui nome, COVID-19, evoca oggi sensazioni ancestrali così enigmatiche, così surreali e così illusorie che sembrano uscite proprio da una tela di Luigi Baldacci.