Il pittore Luigi Baldacci veste il saio come simbolo di misticismo e, in nome di Dio, parte alla volta di Assisi in un viaggio-missione per portare la parola fede tra le principali capitali religiose del mondo.
Quella di Assisi, infatti, vuole essere solo la prima tappa di un viaggio (forse più mistico che reale) che allaccia l’arte all’uomo e alla fede e che vuole fare da collante tra tutte le diverse religioni del pianeta.
Scrivono le cronache dell’epoca:
Da “Il Tempo”, di mercoledi 25 ottobre 1978
«L’arte, l’uomo e la fede»: è l’argomento della «conferenza-party» che il pittore Luigi Baldacci ha tenuto nel suo studio di via Scarfoglio, al momento di dare inizio ad una « missione » che, partendo da Pescara, farà tappa dapprima ad Assisi e poi, secondo i piani dell’« artista missionario universale di Dio o (la definizione figura nei depliant illustrativo dell’operazione), in «altri centri spirituali della terra, tra cristiani, buddisti induisti, ebrei, musulmani, confuciani e altre fedi». Baldacci, che in altra occasione ha richiamato l’attenzione dei pescaresi con una pubblica escursione nel campo della parapsicologia, questa volta — ci viene assicurato in un comunicato stampa — «in un viaggio-missione, indossando un saio, simbolo di misticismo, e portandosi dietro un manichino, simbolo artistico, si fa missionario tra le maggiori capitali religiose del mondo e, mediante la sua arte, tenta di risvegliare tra gli uomini la «Fede, la Bontà, la Spiritualità».
L’artista, debitamente coperto di saio e onusto di manichino, partirà da Pescara la mattina del 29 ottobre, previa «camminata » lungo corso Umberto dalla stazione centrale a piazza Salotto.