Ricordi di guerra a Pianella.
Ricordo che un giorno, nel periodo bellico, i tedeschi ci costrinsero ad abbandonare le nostre case di Colli Innamorati di Pescara, a causa di un bimbo che scagliò contro di loro una pietra con una fionda.In fila e piuttosto spaventati, ci avviammo verso I’entroterra pescarese, ognuno spingendo un carrettino o una bicicletta.
Trasportando le nostre poche cose su un triciclo ci rifuggiamo presso un contadino di Pianella. Quasi ogni giorno, insieme alla figlioletta del padrone che si chiamava Picchidè, pascolavamo le pecore.
All’epoca avevo cinque anni, era da poco stato firmato l‘armistizio e i nostri padri, per evitare il rastrellamento che i soldati tedeschi solevano fare nelle nostre campagne, si nascondevano nei covoni svuotati internamente. A me e alla bambina spettava il compito di avvertirli appena avvistavamo i soldati.
Ricordo molto bene e con gran terrore quando mi avvicinai al covone e dissi sommessamente: «Papà, non parlate, stanno passando i tedeschi!»
Rimasi allora con il fiato sospeso quando quelli, severi nella loro uniforme, mi sorrisero, mentre uno di loro strappo con una mano una manciata di fieno da quel covone e passò oltre.
Santa Maria Maggiore
1970 – “Storia di Pescara” particolare – “La Guerra” olio su tela – m. 8,80 x 2,00
1956 – “Il Pastorello” olio sun tela – cm. 50 x 35
1955 – “Bimba di Pianella” – “Picchidè” matita su carta – cm. 21 x 24